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Eyehategod
A History Of Nomadic Behavior
2021
Century Media Records
di
Giuseppe Celano
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New Orleans ha dato i natali, fra gli altri generi musicali, anche allo sludge, costola del metal fra i cui rappresentanti più conosciuti ci sono proprio gli Eyehategod.
Dal 1988 a oggi hanno prodotto sei dischi, vessati da molti problemi personali fra cui il pesantissimo alcolismo del singer affetto da cirrosi epatica aggravatisi negli ultimi anni che ha richiesto un trapianto di fegato per fortuna concluso nel migliore dei modi. Gli Eyehategod di oggi suonano ancora caustici e fangosi, rallentano e schizzano sui vocalizzi di Mike Williams e il rifferama di Jimmy Bower. Questo nuovo lavoro è fortemente improntato su tematiche sociali, i testi sono stati ispirati da tutto quello di nefasto ha costellato l’universo statunitense, dal degrado all’emarginazione, passando per la fine del suo mandato fino alle nuove elezioni di Biden, osteggiato dal complottismo della rete, senza ovviamente dimenticare i negazionisti.
Ripartiti nel 2017 con un tour triennale, oggi producono un lavoro che in molti definiranno "della maturità", ovvero un mix fra l’esperienza e l’età che avanza che non significa necessariamente un compromesso o un disco di maniera. Nel loro caso tutto questo si tramuta in un'ulteriore evoluzione in cui fondono rabbia e insofferenza esistenziale, testimoniata da una continua e frammentata discontinuità ritmica su cui s’infilano, come serpi velenose, i potenti riff di Bower. Registrato e missato da Sanford Parker (Buried At Sea), il disco suona come un’esondazione melmosa di un fiume in piena (Anemic Robotic).
Introdotto dall’opener Built Beneath the Lies, il disco mostra tutti gli elementi classici del loro sound senza però sembrare un breviario né suonare come un best of di quanto fatto in precedenza. Hanno ancora forza e idee buone, non si piegano a trucchetti o artifici per distogliere l’attenzione, sfoggiano rasoiate al vetriolo su accordature ribassate, rallentamenti e ripartenze sfregiate dai feedback taglienti e un canto, si fa per dire, di matrice hardcore (The Day Felt Wrong).
Se cercate qualcosa di diverso il consiglio è di soffermarvi sulla disarticolata The Trial of Johnny Cancer, un vero colpo da maestri di cui non vi anticipiamo nulla ma possiamo invece spoilerare sul blues, dalle cadenze swing, dell’altra chicca del tutto inaspettata e rintracciabile in Smoker’s Piece.
Eyehategod, una fenice rinata dalle sue ceneri.
Articolo del
08/04/2021 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
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