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Jamie Saft Quartet
Hidden Corners
2019
Rare Noise Records
di
Giuseppe Celano
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Presente sul mercato dal 28 giugno, la nuova produzione di Jamie Saft Quartet (via ) s’intitola Hidden Corners.
Tastierista, produttore e compositore, Jamie Saft registra otto brani alla ricerca di quel jazz spirituale inseguito anche da John e Alice Coltrane, Pharoah Sanders e Albert Ayler. Lo accompagnano in questo lavoro il bassista Bradley Jones, il maestro delle pelli Hamid Drake e un sassofonista che non ha davvero bisogno di presentazioni, Dave Liebman.
Tecnicamente ci sarebbe molto da dire, ma sarebbe di una noia mortale per chi legge, quindi ci limiteremo a parlare delle impressioni evocate dagli avvitamenti del sax in “Seven Are Double”, interpuntata dall’hammering del pianoforte e sospinta dalla sezione ritmica capace di uccidere con un tocco quasi impercettibile.
La sessione iniziale, poi diventata “Hidden Corners”, era stata progettata per essere l'ultima registrazione del New Zion Trio prendendo come spunto il lavoro del percussionista Adam Rudolph, nell'album Chi (RareNoise), influenza massiccia nell’opener “Positive Way”. In “231” Gates qualcosa di sinistro si muove fra gli amplessi dello spartito, uno spirito cupo e dalle atmosfere orientali, malvagio nell’istinto.
Con la ballad, e titletrack, si viaggia in alto (i nostri cuori) verso la redenzione, qualunque sia il vostro Dio. Anche stavolta il segreto è tutto qui, Hidden Corners si sottomette al rigore del jazz senza per questo risultare freddo e asettico. Il quartetto sa come far sognare con “Yesternight”, e riflettere con “Turn It Every Moment”, toccando corde sensibili attraverso “Anteroom” sigillando il tutto con la piccante “Landrace” ricca di cambi ritmici, fill e incisi di fine grana per uno swing nell’andamento brioso.
La RareNoise ha da sempre puntato ad un catalogo verticale attraverso contaminazioni in grado di spostare l’asticella verso produzioni oblique, capaci di osare e rivedere anche l’approccio stesso al songwriting
Articolo del
20/06/2019 -
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