È uscito “Lividi”, il nuovo album di Eugenio Campagna, pseudonimo COMETE, che al di là dell’evocazione astronomica significa “Come te” e rappresenta in qualche modo l’intera sua poetica, disponibile sia in digitale che in formato fisico.
Nove pezzi che fanno intravedere all’ascoltatore un percorso di vita che è anche una passeggiata di un venerdì a Napoli, una sera a Milano o un giro in motorino per Roma con quel senso di allungamento delle giornate tipico della primavera o infine una notte insonne dopo aver trascorso la sera al cinema.
COMETE, nato nel 1991, con quest’album disvela all’ascoltatore i suoi ultimi due anni di vita, con le molteplici storie che, rappresentandolo, in qualche modo si ricollegano anche a quelle dell’ascoltatore, che così ascoltando la sua musica rivive così le proprie situazioni personali e con esse la riflessione sulle cose che nella vita possono essere cambiate e quelle che si devono invece accettare.
Il musicista fa percepire nettamente la propria esigenza di parlare della realtà, esibita fin dal primo lavoro artistico: il singolo “Cornflakes”, uscito insieme alla sua partecipazione a X Factor 13, poi seguito dal primo album “Solo cose belle”, pubblicato per Sony Music e prodotto da Federico Nardelli, oggi arrivato a ben 20 milioni di ascolti.
A fine 2022 esce, per l’etichetta Ala Bianca, “Salta l’intro”, quindi a marzo 2023 “Lampi e Tuoni”, infine altri pezzi, come “PECCATO!”, “Qualcosa per te (Irene)” e “PIÙ”, che altro non sono che le anticipazioni di questo nuovo album.
L’ascolto di Lividi inizia con “Lampi e tuoni”, un racconto musicale che partendo dal buio si apre piano piano alla luce, non solo esteriore, ma principalmente interiore, una sorta di consapevolezza, come dice COMETE, di poter avere il sole dentro di sé anche quando “danno pioggia per un mese”.
L’intro, eseguita dalla sola chitarra, è un classico della musica cantautorale italiana, seguita dal canto “Poi stasera sai non voglio neanche uscire ... tanto che si fa ...” e il “grande quadro in un museo vuoto”, a sua volta introduzione di una storia.
Da quella si passa alla descrizione di un rapporto di coppia turbolento, ma forte: due persone simili nella loro diversità unite in una situazione descritta dalla parola “uscire”, che è un po’ il paradigma di ribellione a una quotidianità che non gli appartiene, al di là di entrare poi loro stessi in una propria quotidianità.
Ricordi che si mescolano alle sensazioni, con le parole “siamo stati”, dove l’autore paragona il passato al presente e in quel paragone ottiene anche il confronto fra le due persone.
Ancora il paragone fra la situazione passata e quella presente, dopo la divisione di quello che è stato da quel che è; non un rimpianto del passato ma un confronto necessario per recuperare la somiglianza fra le due persone con le parole “quanto siamo simili”.
Bella l’introduzione di “Qualcosa per te (Irene)” e significative le parole, con le loro antinomie spaziali, come “Siamo stati un pezzo di universo” immediatamente a confronto con il bilocale privo di ascensore.
La ripetizione ritmica di “I”, “I”, “I”, “I” – “I” “I”, che a volte sfuma in Irene e a volte in “Io”, testimonia la voglia dell’artista di far percepire all’ascoltatore la forza del rapporto umano dislocato appunto in quel pezzo di universo che abita un bilocale senza ascensore.
In “PECCATO” molto curata l’introduzione, interessante la ritmica, magari le troppe parole distolgono un po’ l’attenzione dal percorso melodico, anche se l’accompagnamento è ben fatto.
“Lividi” la title track dell’album, ha un bel ritmo, i rimbalzi del basso si alternano ai suoni synth, l’arrangiamento è veramente curato con i violini e il pianoforte che seguono il canto nelle parti più corpose, meno cantate, per terminare in un accordo di chitarra.
Notevole “Napoli”, con il riff iniziale di chitarra sostenuto dalla batteria, poi ripetuto fino all’entrata del canto, un pezzo con un ritmo molto spinto, così come le parole.
“PIÙ” è ben congegnata, specialmente dal punto di vista armonico, con l’introduzione del piano shrive che poi apre su “Se tu mi ami ...” e il successivo momento di sospensione prima della ripresa rapidissima del canto. Le alternanze delle riprese con le sospensioni che sfociano nel ritornello con i cori di supporto “più” “giù” la qualificano come il pezzo melodicamente più bello di tutto l’album
Parole pregnanti quelle del testo di “Pozzanghera”, con “Sei stata solo una pozzanghera quando cercavo l’acqua cristallina, con te la notte non finiva più, andava dritto fino alla mattina” e il “confondo il mare con la tua saliva”, che fa percepire all’ascoltatore il concetto del trasfondersi fisicamente nell’altro, mentre la musica fa da contorno.
Infine “Salta l’intro”, un brano ben costruito sotto tutti i punti di vista.
Nel complesso ogni brano dell’album rappresenta una storia diversa, passata, ma è proprio il confronto delle storie e delle situazioni che fa emergere un’apertura verso il futuro, tratteggiata dall’interessante tessuto musicale, un ponte fra passato e futuro.
Attualmente COMETE sta lavorando al suo nuovo album, di prossima uscita per Ala Bianca, quali storie ci racconterà ancora?
Tracklist "LIVIDI" Lampi e tuoni Qualcosa per te (Irene) PECCATO! Napoli Lividi PIÙ Pozzanghera Naviglio Salta l'intro
Line up COMETE: Eugenio Campagna (COMETE)
Articolo del
02/05/2024 -
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